Wednesday, April 7, 2010

"Kinkaku-ji" (Kyoto)



Quel viaggio in Giappone. Dove è difficile capire cosa compri quando fai la spesa al supermarket. Dove i negozi e i ristoranti si trovano nel sottosuolo o al 15 piano. Dove accanto al tempio shintoista puoi trovare un pacinko e i canti buddisti si mescolano alle canzonette dei centri commerciali. Dove in un solo quartiere ci sono più bordelli che in tutta Europa e le donne si vendono per una borsa di marca o anche meno. Dove quella che noi definiremmo un "entreneuse" è invece un opera d'arte vivente. Dove un occidentale non è uno straniero, ma un alieno. Tra le luci sfavillanti di Tokyo e il buio primordiale delle montagne di Kamikochi. Tra una tradizione che è orgogliosamente trincerata in mezzo alla modernità più incredibile e assurda del modo e un cosmopolitismo che convive serenamente con il provincialismo più gretto. C'è da stupirsi. C'è da rimanere a bocca aperta e col naso all'insu sotto le mappe della metropolitana; con tutti quei punti e quelle linee, ma senza un carattere che ti dica qualcosa. È difficile comprendere questa terra, ma le sue atmosfere sono indiscutibilmente il ricordo più affascinate che porteremo con noi.

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